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Palermo, spunta un altro giro di escort, droga e politica

È ancora una donna senza volto quella che avrebbe partecipato ad alcune feste a base di sesso e droga nelle dimore di Silvio Berlusconi. Dopo il Noemi-gate e la Ruby-story , esce da un verbale raccolto dalla procura di Palermo l’ultima puntata dell’infinita serie di scandali che sta travolgendo il Premier. A parlare del «giro delle feste del Presidente» è Perla Genovesi, 32 anni di Parma, con un passato da assistente parlamentare di un senatore Pdl – Enrico Pianetta – e un presente come trafficante di coca.

La donna, arrestata l’estate scorsa, ha raccontato ai pm palermitani Marcello Viola e Geri Ferrara delle confidenze ricevute da un’amica a proposito di alcune feste svolte nelle dimore di Berlusconi a Milano e in Sardegna. La protagonista, secondo Perla Genovesi, è una ragazza di ventotto anni, ex cubista, di professione escort. Ad averla introdotta nel mondo politico è stata proprio la testimone che nel 2006 la presentò al futuro ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta per la risoluzione di un problema personale, l’affidamento del figlio di pochi anni. Da quel momento – secondo la Genovesi – l’amica strinse alcune relazioni con altri politici, entrando in quello che lei stessa ha definito il «giro delle feste del presidente» nelle quali si sarebbe fatto uso di stupefacenti e di prestazioni sessuali in cambio di denaro. Tutto sarebbe avvenuto tra il 2009 e il 2010, secondo quanto riferito ai pm di Palermo, che adesso stanno cercando di individuare l’ex-cubista.

La Procura siciliana però smentisce di aver aperto un’inchiesta sulle dichiarazioni della Genovesi. «Non stiamo indagando su feste a villa Certosa», dicono gli inquirenti che confermano solo di avere sentito la giovane ex assistente parlamentare. Il primo essenziale passaggio è quindi quello di dare un volto e un nome alla donna misteriosa di cui parla la Genovesi, la cui genuinità del racconto, denso di particolari, deve ancora essere valutato alla luce di ulteriori accertamenti.
Il verbale della Genovesi nasce nel contesto di un’inchiesta condotta dalla procura di Palermo su un traffico internazionale di droga dal Sud America. Il 19 luglio scorso la donna viene arrestata dai carabinieri, con altre tredici persone, nel corso dell’operazione Bogotà. È accusata di essere un corriere e per difendersi dice di essere una confidente delle forze dell’ordine, un’infiltrata... Una versione poco credibile. Viene fuori così la sua vita double-face, da assistente parlamentare a narcotrafficante.

All’inizio del 2000, Perla Genovesi è un’attivissima giovane di Forza Italia. Bell’aspetto e molto decisa, diventa consigliere di quartiere a Fidenza, provincia di Parma. Da perfetta insospettabile, entra in contatto con due trapanesi: Paolo Messina e Vito Faugiana. Con loro ha inizio la sua doppia vita, da una parte la politica dall’altra la coca. Nel 2005 è assistente parlamentare del senatore pidiellino Enrico Pianetta. Conosce Renato Brunetta e altri nomi di spicco dell’entourage berlusconiano. Nel 2007 i primi guai. Viene fermata ad un posto di blocco a Roma in compagnia di Faugiana, in macchina ha della cocaina. È incinta ed evita il carcere ma perde il posto di assistente parlamentare. Dopo l’arresto del luglio scorso, in uno dei suoi primi interrogatori la Genovese racconta di feste in provincia di Trapani, tra droga e sesso a cui partecipano politici e amministratori locali. E siamo ad oggi, alle nuove rivelazioni che potrebbe innescare un clamoroso caso. Ma la sua versione è ancora una pagina tutta da scrivere.

di Nicola Biondo
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